Venerdì sera non ho potuto fare a
meno di vedere le immagini ed i commenti delle vicende di Parigi. Mi sono
sentito a disagio, inerme, vittima anch’io di quello che sentivo e vedevo.
Questa mattina ho anche capito che queste emozioni erano collegate ad un senso
di fallimento, quel fallimento che ogni persona di buoni intenti che sta
facendo attività sociali, sperimenta in questi momenti. Perché il vero danno
non sono le più di cento di vittime (che non sono né poche, né banali) ma la
reazioni che ora ogni Parigino, Francese e ogni uomo dell’occidente potrebbe
avere. La chiusura delle frontiere e lo stato di emergenza sono già segnali
gravi, perché se dei pazzi attaccano (e di questo stiamo parlando, non di
fedeli o di religiosi) colpiscono maggiormente uomini di buona volontà che
oggi, continuando a vivere normalmente, uscirebbero dalla vera trappola che sta
venendo ordita da chi ha pianificato questa guerra.
Ieri mi sono sentito deluso come sostenitore
dei diritti umani, come uomo amorevole, come credente di ogni Dio possa esserci e voglia amarci sopra di noi,
sia che si chiami Allah, Manitù o Cristo, perché ieri sera ho pensato inutili
le battaglie sui diritti umani, ho sentito rancore per l’oriente e avrei preso
a bastonate qualunque Dio possa permettere questo.
Oggi però capisco che questa
reazione era esattamente quello a cui questi pazzi miravano.
Siamo sul precipizio di una
guerra o forse ci siamo già dentro, e ne
usciremo perché le persone per bene (e sono tantissime) la rifiutano e non si
faranno ingannare sia a Parigi che in ogni città del mondo.
Lo scorso anno nacque la frase “Je suis Charlie” ora
propongo “io sono Parigino, io sono Italiano, io sono Mussulmano,
Cattolico e credente di qualsiasi Dio
che non voglia questo” allo scopo di disintegrare l’intento di questi pazzi. E
spero che il bombardamento proposto dai governatori della terra, sia la
distribuzione di libri di testo in paesi dove l’alfabetizzazione è il seme
della “guerra santa”, programmi per l’educazione ai diritti umani poiché questo
creerebbe più “danno” di qualunque drone o bomba.
Il mio augurio inviato ai miei
amici Francesi questa mattina è quello di superare questo momento con costanza,
fermezza e amore nel rispristinare quella razionalità che permetterà di
risolvere questa situazione, invece di lasciare che diventi il punto di
partenza di nuovo odio, guerra e violenza.
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